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Orso bruno marsicano: quindici anni di immagini raccolti in un libro

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Uno di quegli oggetti verso i quali, una volta sfogliati, si prova un subitaneo slancio di emotività. Questo è “Orso bruno marsicano: lo spirito del bosco”, edito da Carsa edizioni, volume fotografico dedicato ad uno dei nostri endemismi più preziosi.

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Simbolo del Parco Nazionale di Abruzzo Lazio e Molise (PNALM), che pure figura tra i sostenitori del progetto editoriale, questa specie viene raccontata attraverso un’accurata selezione di immagini e testi, che insieme garantiscono all’opera carattere divulgativo, arricchendola tuttavia di importanti spunti ed informazioni di natura scientifica.

Dietro alla realizzazione di questo volume, il cui lavoro preparatorio si è protratto per oltre 15 anni, ci sono Alberto Cambone e Roberto Isotti, fotografi e naturalisti che assieme hanno dato vita, nel 1993, al progetto Homo ambiens, agenzia fotografica che si propone di documentare gli ambienti naturali ed i complessi meccanismi che ne regolano i processi interni. Le tecniche, vale la pena sottolinearlo, seguono i severi dettami della conservation photography e sono quindi altamente rispettose della natura e degli animali.

Quest’opera va ben oltre la mera documentazione naturalistica: così come egregiamente definita dal celebre fotografo Tui de Roy nell’introduzione al libro, essa è atto d’amore, poesia ed immaginazione. Le pagine trasudano studio, passione, curiosità e rispetto, forte senso di responsabilità.

Non tutte le foto sono impeccabili, si legge anche nel testo, ma è proprio così che si intuiscono purezza e genuinità del lavoro. Lunghe ed interminabili ore di appostamenti in ogni stagione, in qualunque condizione meteorologica: la risultante è un condensato di emozioni, che rapisce il lettore in un viaggio percettivo e facilmente coinvolge tutti i sensi.

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Tra suggestive immagini e romantiche didascalie, il libro invita a riflettere sui concetti di tempo e spazio. Abituati a compartimentare la realtà fin nei minimi dettagli e considerare singolarmente, seppur nelle loro disastrose conseguenze, fenomeni come il consumo di suolo o la deforestazione, sfogliando le pagine si rinnova la consapevolezza di come questi ed altri fattori pregiudichino la garanzia di sopravvivenza dell’orso bruno marsicano, ad oggi seriamente in pericolo, con una popolazione che sfiora i 40 individui relegata in un’area che non supera i 20.000 km2

Già con la prima sezione ci si immerge nelle immagini e si è catapultati dietro l’obiettivo, una lente che cristallizza l’inesorabile scorrere del tempo, scandito dal ritmo delle stagioni.

Sembra proprio di essere lì, in inverno, appostati dietro ad un masso, protetti dal freddo pungente e al riparo dalla civiltà, in un luogo senza nome, mentre si osserva l’orso uscire dalla sua tana, ad intervallare per poco un letargo che si concluderà definitivamente solo in primavera.

Qualche pagina ancora e la primavera è arrivata, in un tripudio di colori brillanti di cui pare quasi di poter sentire profumi ed ascoltare i suoni, a raccontarci di una specie che, persa l’aggressività originaria, ha imparato a sfruttare le più molteplici fonti trofiche ed è in grado di percorrere moltissimi chilometri al giorno alla ricerca di un formicaio.

Avanti così, cullati da scatti che trasudano vivida naturalezza, raggiungiamo un autunno caldo, in cui la vita rallenta il frenetico passo acquisito in estate e si prepara, come l’orso che accumula ingenti riserve di grasso, ad affrontare un nuovo inverno.

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La seconda sezione rende omaggio al concetto dello spazio, descrivendo come questo, per l’orso bruno marsicano, rappresenti ad oggi contestualmente rifugio e minaccia. Rifugio, perché proprio l’isolamento geografico di queste montagne ha consentito la diversificazione genetica della subspecie, ma al contempo temibile minaccia: al di là delle montagne c’è l’uomo, con le sue strade, capannoni, città, costruzioni, sempre più appressati. La ricerca di nuovi spazi è quindi da escludersi e chi prova ad allontanarsi si ritrova spesso ad insidiare un territorio già marcato, originando conflitti, oppure al di fuori delle aree protette, con tutti i rischi che questo comporta.

Diventa così di fondamentale importanza identificare ed analizzare le caratteristiche di rifugi, giacigli, ed in generale tutti quei luoghi abitualmente utilizzati dall’orso per individuare le aree che più necessitano di essere tutelate.

Ci troviamo oggi nella scomoda posizione di chi ambisce a proteggere una specie rappresentando al contempo, magari non direttamente, ma comunque la principale minaccia alla sua sopravvivenza.

Ce la faremo a superare gli intricati meccanismi burocratici, gli inconvenienti derivanti da leggende e non cultura, ad affiancare una fase di attuazione all’interminabile momento pianificatorio?Riusciremo a mettere in pratica decenni di letteratura scientifica e dare un futuro all’orso bruno marsicano?

Molte risposte, purtroppo, non si trovano nei libri: questo volume, però, aiuta a farsi un’idea del problema, e capire, in questa sfida, da che parte vogliamo stare.

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